Ripresa dopo due anni di montagne russe, così esordisce il Rapporto 2021-22 Bain & Co sull’industria del Diamante.
Bain & Co. dimostrano come i prezzi delle pietre di alta qualità abbiano registrato performance superiori rispetto ai prezzi delle pietre di qualità inferiore. Ma non solo: l’alta qualità ha “tenuto” anche durante situazioni eccezionali, nello specifico quella pandemica.
Si veda il grafico Bain & Co che confronta le pietre di alta qualità (colore D-H, purezza FL-VS2) con pietre di qualità inferiore (colore I-L, purezza SI-I3): le pietre più belle hanno ottenuto maggiori incrementi di prezzo a prescindere, inoltre, dalla loro grandezza. Il grafico registra infatti lo stesso comportamento per le pietre da 1 carato e per le pietre da 0.30 punti (download il report 2021-2022).
Scelta condivisa da Disitaly che infatti offre pietre di qualità elevata: colore D-H, purezza FL-VS1 e predilige il taglio Excellent con fluorescenza contenuta o, meglio ancora, assente.
Quanto sopra in un contesto di mercato in forte recupero: le vendite nel corso del 2021 hanno superato i livelli prepandemici. Questo fenomeno si può rilevare sia nelle vendite del diamante grezzo (rough) che ha registrato un aumento dei ricavi del +62%, sia nel diamante tagliato (polished) e lavorato con un aumento del +55%.
Anche la vendita di gioielli (jewelry) con diamanti ha registrato un aumento del +29% .
Da rilevare che nonostante questa importate ripresa, la produzione di diamanti (estrazione) non ha ancora raggiunto i livelli pre-pandemici. Gli operatori, dato il potenziale rischio di nuove ondate di pandemia, sono cauti ed evitano di impegnarsi in nuovi grandi investimenti. L’effetto di queste scelte si ripercuote sulla produzione che non cresce. Una produzione ferma, in presenza di una forte domanda, inevitabilmente si traduce in un prevedibile aumento dei prezzi dei diamanti.
