Analizzando il mercato dei vini pregiati, detto anche dei “Fine Wine”, Corriere.it mette in evidenza il comportamento di alcune etichette che stanno consegnando risultati eccellenti agli accorti investitori.
Alcuni aspetti necessitano però di un commento:
- mercato in precedenza riservato a collezionisti e investitori, oggi accessibile a tutti grazie a società intermediarie specializzate. Non rappresenta una moda del momento.
- Viene utilizzato il termine “para finanziario” e in effetti l’accostamento al mondo finanziario c’è, nonostante si tratti di acquistare collezioni di beni fisici.
I gestori di portafogli che ben conoscono le esigenze/obiettivi dei propri clienti, investono parte degli asset in collezioni di vini, diversificando il rischio del cliente e consegnando il massimo del risultato a coloro che ricercano performance e non un brindisi di alta qualità! - Sottolineiamo, infine, che l’investimento in vini pregiati è guidato da condizioni di crescente domanda a fronte di limitata offerta, in un mercato con alte potenzialità inespresse. Ne deduciamo che l’investimento in vini tutela sempre e in tutte le situazioni, non solo nei momenti complessi come quelli attuali (alta inflazione, turbolenza dei mercati e alti costi delle materie prime).
Tra gli investimenti in beni fisici offerti da DISITALY, i Vini Pregiati stanno raccogliendo sempre più consensi grazie alla possibilità di creare e proporre portafogli personalizzati in base agli obiettivi temporali del Cliente.
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