È di moda parlare di vini pregiati (fine wines) intesi come asset da investimento quali in effetti sono e non da ora.
Vini pregiati che sono parte dell’offerta di DISITALY (www.disitaly.it), leader in Italia nel settore dei Beni Rifugio e investimenti in beni tangibili, che guarda con attenzione a come tali asset vengono presentati dai media, come fa anche Panorama con questo interessante articolo. Come spesso accade, superando alcuni passaggi volti a stimolare l’attenzione del lettore, vengono messi in evidenza alcuni aspetti importanti di questo mercato e dell’asset in sé che possiamo così sintetizzare:
- è un mercato solido e in forte crescita in un contesto di offerta limitata e alta domanda. I “fine wines” oggi rappresentano circa l’1% della produzione mondiale.
L’offerta si manterrà limitata per diverse ragioni, quali la geografia, il clima e l’idoneità del suolo, prerequisiti per la produzione a cui aggiungere un know how sviluppato nel corso di decenni e spesso di secoli.
La domanda cresce e continuerà a farlo in quanto, strano a dirsi, una larga parte del pianeta sta scoprendo il vino come bevanda e come strumento di investimento.
- Un mercato che attira investitori a ogni livello, dall’acquisto di piccole collezioni di vino da parte di privati in cerca di diversificazione e protezione dall’erosione inflattiva, all’acquisto di vigne ed “etichette” storiche e non da parte dei grandi investitori, siano essi privati o fondi.
- Il mercato, al di là degli elevati rendimenti medi, offre anche opportunità decisamente superiori in quanto ci sono vini e intere regioni di produzione (tra cui l’Italia) che hanno grandi margini di maggiore valorizzazione.
- È un asset che basa il suo valore su aspetti di domanda e offerta, non influenzato dalle turbolenze dei mercati finanziari, crisi o guerre. È accessibile e consegna ottimi rendimenti in assenza di vincoli e tassazioni.
DISITALY suggerisce e propone ai propri clienti investimenti in “fine wines”, fornendo consulenza e servizi in quanto ritiene sconsigliabile e rischioso il “fai-da-te” in un settore che richiede competenza nella creazione di un portafoglio/collezione e una gestione ad hoc per la conservazione, la gestione fiscale e la re-immissione (con profitto) nel mercato.
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